Le Camere di commercio italiane hanno accettato la sfida del cambiamento ed avviato una riorganizzazione forte ed impegnativa dell’intero sistema. Ora il Governo sostenga lo sforzo di questi fondamentali strumenti di servizio alle imprese. E’ l’appello lanciato dal Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, nel corso della conferenza stampa sulle conseguenze dei tagli operati dal decreto sulla P.A.
“Tagliare i diritti camerali prima di aver compiuto la riforma è, secondo noi un errore. Ma la decisione del Parlamento di accogliere la nostra richiesta di spalmare in tre anni i tagli – spiega Dardanello - ci da un po’ di tempo per portare avanti quel percorso di riforma che renda ancora più efficace ed efficiente l’azione delle Camere di commercio a sostegno dello sviluppo di imprese e territori. Un percorso – ricorda - che eravamo disponibili a intraprendere già due anni fa, ma la nostra proposta di riordino si arenò in Parlamento. Oggi siamo pronti a fare uno sforzo aggiuntivo per accelerare il cammino di una riorganizzazione che porterà ad una drastica diminuzione del numero delle Camere di commercio, ad adottare costi standard per tutte le realtà del Paese, a rivedere gli strumenti con i quali il sistema camerale opera. Uno sforzo che chiediamo ora al Governo di sostenere. Perché riteniamo sia in linea con le esigenze di modernizzazione della macchina amministrativa pubblica italiana e di crescita del sistema economico”. Per Dardanello, “Sarebbe difficile – ad esempio - procedere ad una riorganizzazione senza poter contare sul registro informatico delle imprese che le Camere di commercio hanno creato, che è già completamente digitalizzato ed è invidiato da tutta l’Europa”.
Già tredici Unioni regionali hanno provveduto ad avviare l’accorpamento delle strutture camerali del proprio territorio, mentre le rimanenti formalizzeranno l’analogo percorso nei prossimi giorni. Al termine dell’operazione il numero delle Camere di commercio italiane passerà dalle attuali 105 a non più di 50-60.