In occasione della XXIV edizione della Borsa Internazionale del Turismo a Milano è stato presentato da Unioncamere Campania in collaborazione con Isnart il primo report di analisi economico-territoriale sul turismo in Campania.
Dall'analisi emerge che la Campania, dopo Lombardia e Lazio, è la regione con il più alto numero di imprese della filiera turistica: poco più di 60 mila registrate al quarto trimestre 2021, ovvero il 9,5% di quelle nazionali. Gli addetti turistici ammontano a oltre 6,2 milioni, il 7,3% del totale Italia. La sola provincia di Napoli ospita oltre la metà di imprese (53,7%) e addetti (59,6%) della filiera turistica regionale. Il settore predominante della filiera turistica campana è la ristorazione, che rappresenta il 64,5% del totale settori. A livello provinciale, spicca Caserta con il 75,7% di imprese ristorative.
Secondo i risultati dell’indagine diretta di Isnart alle imprese ricettive della Campania, la stagionalità turistica fa vendere fino a 8 camere su 10 in estate. Tuttavia, come nei mesi caldi, anche in primavera e in autunno si registra una occupazione camere superiore alla media Italia. Grazie in primis al fenomeno della staycation o “delocalizzazione del lavoro”, per cui si ricerca un miglior stile di vita lavorativo in luoghi diversi da quello di appartenenza, il 2021 mostra la Campania come una potenziale destinazione multistagionale.
Nel confronto con il 2020, si registra un +28,3 punti percentuali sul totale camere vendute. Una crescita importante, soprattutto se confrontata con quella nazionale (+14,2).
In Campania, anche gli alloggi in affitto su Airbnb (oltre 49 mila) soffrono gli effetti della pandemia, registrando un calo numerico pari al -12,4% nell’estate 2021.
Dall’indagine diretta svolta ai turisti in vacanza nella regione, emergono motivazioni legate alla cultura (34,7%), allo svago e relax (17,3%) in pieno stile beach&sun (33,9%), alla natura (11,0%) e all’enogastronomia (9,4%).
Tuttavia, una volta a destinazione, la ricerca di svago e relax porta le attività a contatto con la natura come escursioni e gite (64,3%) o nuotare al mare (55,2%) a prevalere su quelle tipicamente culturali, tra visite ai centri storici (39,9%), ai monumenti e siti di interesse archeologico (25,4%) ed a musei/mostre (12,9%). Seguono le degustazioni di prodotti enogastronomici locali (10,2%).
La spesa media giornaliera dei turisti in Campania nel 2021 ha registrato un aumento interessante rispetto ai tempi pre-pandemia: da 58,9 a 74,1 euro, complice la staycation che crea un turismo bleisure anche di lunga durata.
Diminuita invece la spesa media per l’alloggio, tra cui anche le case in affitto (da 60,1 a 51,2 euro), anche per via di un 11,5% di turisti che si fa ospitare da amici e parenti, riducendo così il peso economico del pernottamento e destinando il budget di vacanza alle spese di svago turistico.